La voce di Magerith: Il futuro dei nuovi manager

martedì 18 marzo 2008

Il futuro dei nuovi manager

Purtroppo manca e mancherà sempre in Italia una vera etica del lavoro.
Potrebbe essere un etica cristiana oppure anglosassone (ricordiamoci la famosa etica protestante del capitalismo), ma purtroppo vince l'etica "levantina" (come la chiama eufemisticamente mia mamma di 70 anni).

Il futuro dei nuovi manager Corriere della Sera

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Sono nato nel 1958 e quindi si può fare facilmente il calcolo di quanti anni ho.
10 anni fà ho dovuto interrompere un rapporto di lavoro con un azienda "causa ristrutturazione".In quel momento non avevo famiglia, ma non potevo NON lavorare e quindi ho accettato un posto dove sapevo che avrei avuto problemi, ma in cui per lo meno lo Statuto dei Lavoratori mi avrebbe garantito.Dal punto di vista economico non ci avevo rimesso e quindi poteva essere l'occasione per stare un pò da parte, leccarsi le ferite per tornare più forte e soprattutto fare quello che non ero stato capace di fare fino a quel momento: crearmi una famiglia.Contavo che in 2 o 3 anni al massimo, di porter tornare alla carica e ripropormi come manager in prima linea.Peccato che in quei 2 o 3 anni il mondo è cambiato completamente.Lo scoppio della bolla speculativa di internet e delle borse, l'11 settembre, la globalizzazione, l'arrivo dell'euro, il "nuovo" modo di intendere il lavoro (contratti a termine, a progetto, ecc.), il nuovo modo di lavorare in tempo reale (internet, cellullare) sono solo le principali cose che hanno contribuito a cambiare il mondo e l'Italia.Qualcuno potrà pensare ecco che parla un disadattato del secolo XXI.Non è così, perchè tutte le innovazioni degli ultimi anni le ho cavalcate anche prima di quello che la gran parte dei manager ha fatto. Anche adesso se si chiede a qualche mio collega anche più giovane cos'è un blog o come può essere utilizzato per fare "business" la maggior parte non lo sà !!!"Calati giunco, che il vento passa" : così mi disse qualche anno fà mio padre - il giunco che si flette al vento sopravvive, l'albero che resiste viene sradicato e muore.Ed io mi sono piegato. Ho creato la mia famiglia ed è sicuramente la cosa più bella che abbia mai fatto in vita mia.Ma vivevo nella speranza, che ci sarebbe stato un domani.Finchè qualche settimana fà una riorganizzazione aziendale, mi mette definitivamente da parte.Ci vuole sangue nuovo mi dicono.Non mi mandano a casa e quindi devo continuare a "calarmi".Ma non posso stare più in silenzio : sento l'esigenza di dire quello che penso.Sò che come me ci sono centinaia o migliaia di persone e quindi penso che qualcuno di questi sarà disposto ad ascoltarmi.Sarà un blog placato, ma indignato, non verranno fatti mai i nomi delle aziende o delle persone coinvolte e chi sà mai che qualcuno forse leggerà questo blog non possa pensare "potrebbe accadere anche a me" ed essere più umano nei confronti di qualche suo collaboratore.Io non lo saprò mai, ma sarebbe una grande soddisfazione sapere che hai aiutato qualcuno che neanche conosci.Benvenuti al mio blog.

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