giovedì 6 marzo 2008

I nuovi ricchi

Giorni fà ho partecipato ad una riunione degli agenti della mia azienda ed stato illustrato un grafico che mi ha lasciato perplesso perchè non riuscivo a capirlo.
Poi ne ho capito la verità sconvolgente: la fine della classe media.

Siamo tutti abituati al fatto che a partire dalla rivoluzione industriale si è creata la classe media, soprattutto costituita sulla base della mobilità sociale verso l'alto dei contadini e degli operai.
Eravamo abituati ad una società a forma di piramide con una bella e numerosa classe media.
Poi questa classe media è sembrata sul punto di rappresentare la maggioranza assoluta e fin qui.

Ma il nuovo grafico assomiglia ad un violino con la pancia grassa enorme e la pancia alta più piccola : il guaio è che la classe media è proprio li.
Il che significa :

a) classe bassa od inferiore (non necessariamente operai o contadini) enorme
b) classe media numericamente bassa con redditi leggermente più elevati.
c) top class più numerosa della classe media, ma che "prende tutto".

Riporto solo un pezzo dell'articolo dell'Espresso:

"Secondo il bollettino Bankitalia pubblicato qualche giorno fa, il 10 per cento delle famiglie detiene quasi la metà della ricchezza complessiva del Paese (si tratta di immobili, aziende, azioni e titoli di Stato), un fenomeno di 'concentrazione' in netta crescita rispetto al dato 2004. Non solo. L'andamento dei redditi familiari ci mette tra le nazioni più diseguali d'Europa: disegnandole come un palazzo di dieci piani, le famiglie dell'attico e del nono piano controllano ormai oltre il 40 per cento del monte stipendi complessivo, mentre poveri e classi medio-basse devono accontentarsi del 10 per cento della torta. I super-ricchi, quelli con un reddito medio di 143 mila euro, sono pochissimi: solo il 2,2 per cento delle famiglie è iscritta al club, che ha nettamente aumentato il gap con quelli che vivono ai pianerottoli più bassi. Le differenze sono così marcate che gli esperti più attenti cominciano a raffigurare la distribuzione dell'italica ricchezza non più come una piramide dolcemente degradante, ma come un calice di vetro: nel gambo c'è la grande maggioranza della popolazione a contendersi le briciole, in alto pochi fortunati che sguazzano nello champagne. "Stiamo assistendo a una delle più grandi redistribuzioni patrimoniali degli ultimi cinquant'anni", dice Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica alla Cattolica di Milano. "In termini reali, al netto cioè dell'inflazione, dal 2000 i dipendenti hanno visto i loro stipendi cristallizzarsi, mentre gli autonomi hanno accresciuto la capacità di spesa quasi del 14 per cento. Un incremento probabilmente sottostimato: i dati di via Nazionale non includono, ovviamente, l'evasione fiscale. I soldi veri? Li ha fatti chi opera nei settori protetti e meno esposti alla concorrenza, e chi può aumentarsi il salario da solo rialzando le tariffe di ciò che vende".

I nuovi ricchi L'espresso

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