martedì 13 novembre 2007

Flessibilità e Giustizia

Vi invito a leggere questo articolo pubblicato sulla STAMPA del 13 nov. 07
Oggi si propugna con forza l'abbandono del contratto nazionale unico per puntare ai contratti
aziendali, puntando decisamente a legare gli aumenti di produttività agli aumenti salariali.
Ma vorrei mettere sul tappeto i seguenti punti :
a) chi pensa alle migliaia di aziende (anche grandi ) senza rappresentanti sindacali, senza
contratto integrativo ?
b) chi pensa alle migliaia di aziende multinazionali dove i risultati sono considerati a livello
"consolidato" e la parte corposa dei profitti rimane all'estero (anche nella Comunità Europea).
Tutti quelli che lavorano in una multinazionale sanno cosa sono i famosi "transfer prices".
Al fisco italiano può star bene così, ma la produttività su cosa la misuriamo ?
c) chi pensa alle migliaia di dipendenti che non hanno nessuna possibilità di influenzare la propria
produttività ?
d) chi pensa ai dipendenti con più di 40 anni (si perchè la soglia della vecchiaia in azienda è
diventata questa) che le aziende vorrebbero far fuori perchè costano troppo e non li si può
più prendere in giro ?
NO, la contrattazione aziendale a livello nazionale non può morire e non deve
essere ridimensionata.
Ci si dimentica SEMPRE, che occorre SEMPRE tutelare le parti più deboli.
Quando vediamo i vari film di Fantozzi o adesso le scenette di Camera Caffè , ci ridiamo sopra, ma ci dimentichiamo che i Fantozzi sono quelli che devono essere tutelati.
Giustamente il profitto è l'elemento che fà vivere l'azienda, ma prima deve essere un giusto profitto
(cosa che ancora oggi spesso non è) , secondo deve essere sempre commisurato ad un criterio
di giustizia sociale.
Non voglio trattare il tema della flessibilità, che sarà sicuramente spunto per un altro post, ma
non si può scaricare il problema della competitività mondiale sulle parti deboli.
Vorrei concludere, però, che non tutti i contratti nazionali sono equi.
In particolare esistono contratti che creano dipendenti di serie "A" e dipendenti di serie "B".
Mi riferisco a contratti con mutue integrative o a contratti del pubblico impiego con un numero
di giorni di ferie inusitato.
Ci sono stati degli anni in cui alcune categorie hanno esagerato anche loro nelle richieste.
Oggi è necessario riconsiderare alcuni di questi benefici e attuare una Moderazione a 360°.
Infine : chi scrive fà l'opinionista di se stesso, e quindi non posso assolutamente pormi a
confronto con un giornalista che ha sicuramente ben altri titoli per scrivere su un quotidiano
nazionale come LA STAMPA, ma vorrei chiudere questo post asserendo con forza
" Speriamo che il governo intervenga sempre".
Solo così non accadrà cio che disse Branno : VAE VICTIS (Guai a vinti).

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